“brutto ma breve manuale per ignoranti sui balcani.
Scritto da uno che ne sa meno di voi.”
Prova a pensare ad un colore, il blu.
Ora pensa le stelle, gialle.
Lo sfondo è blu e le stelle sono gialle, e tutto intorno c'è una bandiera. Che cos'è?
No.
Non è l'Europa, è la
Bosnia-Erzegovina, e non ha niente a che fare con l'Europa. Se pensi che
la Bosnia sia Europa, non hai capito nulla, come me.
Già. La Bosnia ha sbagliato
continente, e poi ha sbagliato bandiera, per farvi credere, bugiarda, di
essere là dove non c'è: al di là dell'orizzonte della riviera
adriatica.
Dedico le parole che seguiranno
alla gente semplice come me, a chi riconosce così tardi lo smarrimento
davanti all'esplosione dei balcani.
Non è questione di ignoranza, o
di insensibilità. Non avevamo il tempo di stare a sentire tutte le
storie di pazzia e violenza del mondo. C'è la Palestina e c'è il Darfur,
la Cecenia e l'Afghanistan, c'è l'Iraq e c'è l'America. Avevamo e
abbiamo tuttora di che distrarci e di che piangere per le sorti del
mondo.
Ma avevamo anche le nostre vite
e i nostri problemi, gli affetti, gli amici e i figli di cui occuparci
e avevamo da fare per garantire e proteggere il nostro universo
personale.
E' sacrosanto.
Consolatevi della vostra ignoranza pensando alla mia.
Cosa potevo saperne io, che avevo quattordici anni all'epoca?
Niente. Non capivo niente,
perchè ancora non governavo nemmeno gli ormoni, e ho continuato a non
capirci niente per un sacco di tempo.
E, in franchezza, soprattutto dei miei ormoni.
Ma capita che la vita ti
prenda, in un secondo di confusione, e che ti sbatta a Mostar, nel cuore
dell'Erzegovina, assolutamente per caso, senza che tu ne abbia
coscienza, e che ti affoghi nel marasma balcanico, giorno dopo giorno, a
respirare l'aria impestata dei morti di quasi quindici anni prima,
quando è iniziato tutto, quando il primo fratello ha alzato le mani sul
secondo, e la Jugoslavia si è smembrata amputandosi pezzo per pezzo
negli anni, sacrificando vite, famiglie, amicizie ed amori.
Allora, a questo punto, che non
sia la curiosità per gli Slavi del Sud, ma la curiostà per il mio
raccontare, per le parole di uno come voi, che vi catturi l'attenzione
verso ciò che è successo e continua a succedere qui.
Senza pretese di raccontare
come sono andate veramente le cose, voglio parlare di quel poco che so
di questo posto e di cosa potrà succedere ancora, visto che ancora non è
finita.
Malinconoia e Titonostalgia
Tutto ha avuto inizio con Lui.
Josip Broz Tito, il Compagno Tito. Il partigiano Tito. Colui che ha
raccolto tutti i popoli slavi del sud (Jug = Sud) nel palmo della sua
mano, contro l'occupazione straniera, e le altre correnti interne,
sbaragliando le scacchiere croate filonaziste “Ustascia”, e i “Cetnici”
Serbi dalle 4S cirilliche (“CCCC”:Samo Sloga Srbina Spasava), e
subito dopo, genio del male, si è inventato “la terza via”, il regime
comunista più opportunista della storia, alla faccia di Marx ed Engels :
“Nè con gli Usa, né con l'URSS”, ma debiti e accordi segreti con tutti
e due.
Gran figlio di buona donna,
questo Tito.... ma la gente....ma cosa gliene poteva fregare ......
tutto sommato, erano felici. In Jugoslavia si lavorava poco, si mangiava
tanto, tutti girovagavano liberi per l'Europa e in casa c'era pace da
50 anni.
Disgregazione.
Sia chiaro che da queste parti
non sono mai stati “un solo popolo”, o almeno questa prendetela solo
come convinzione personale, in barba ai piagnistei bugiardi che si
sentono ancora da queste parti.
Macchè. Erano tutti divesi.... ma, allo stesso tempo, anche tutti uguali.
Tre religioni diverse, sei nazioni, e forse altrettante etnie, certo.
C'erano e ci sono i cattolici
(sloveni e croati), i cristiano ortodossi (serbi, montenegrini e qualche
macedone), e i musulmani ( bosgnacchi, kosovari).
Ma ricordiamoci anche che qui
lo stato è laico, e che la religione quindici anni fa era anche meno
importante di quanto lo fosse da noi, e lo dimostra quanto grappa
consumino i musulmani di queste parti.
C'erano sei repubbliche
federate, la Serbia (la più grande e autoritaria), il Montenegro e la
macedonia (i terroni), la Croazia e la Slovenia (i polentoni ricchi e
secessionisti) e poi la Bosnia Erzegovina (il cocktail etnico per
eccellenza, una sorta di Caipiroska a base di cattolici croati, serbi
ortodossi e bosgnacchi musulmani).
Insomma c'è sempre stato un
gran macello nel circondario. Lo scisma d'oriente, le occupazioni turche
musulmane, gli austrungarici cattolici e così via, hanno lasciato
tracce ben visibili in questa zona di confine tra oriente e occidente.
Certo, tanti tratti caratteristici diversi, tante religioni, tanti
popoli, ma un solo Tito, ricordiamocelo.
Sotto la sua effige, la
Jugoslavia aveva una sola bandiera e i particolarismi venivano spazzati
via, non tanto dal regime in sè, quanto dalla personalità di un vero e
indiscutibile leader.
Tito non rappresentava la Jugoslavia. Tito ERA la Jugoslavia.
Sarà che erano altri tempi.... ma che fine han fatto i semidei che esistevano una volta?
Ma quando i semidei muoiono,
gli uomini peggiori, che sono vissuti nell'ombra aspettando, il momento
opportuno, come iene e avvoltoi, si avventano sulle carcasse e si
contendono i brandelli di questo corpo morente.
Non importa che la carcassa fosse la Jugoslavia, non importa che fosse il loro Paese e la loro gente.
E' fame atavica che li divora, e cannibalismo.
Ora non aspettatevi che questo
“pezzo” sia un resoconto esauriente della intera vicenda. Quello che vi
racconto non è nemmeno tutto quello che so, e io ne so veramente poco.
Ciò che scrivo non sarà altro che un riassunto per sommi capi, per
inquadrare una vicenda che non ci hanno mai raccontato bene, che
all'epoca confondeva gli stessi giornalisti, e persino la gente di qui,
che alla fine non sapeva più di chi fidarsi.
Esistono oggi molti libri,
audiovisivi e documenti che spiegano cosa è accaduto, non pensiate di
saperne qualcosa dopo aver letto queste poche righe. Se vorrete, potete
documentarvi ben meglio da soli, da qualche altra parte.
Io vi posso solo raccontare la
partita in poche parole dicendo chi ha voluto prendere la palla, e
spiegarvi perchè questo match non è ancora finito.
Torniamo indietro, al 1980.
Dopo la morte di Tito, si scoprirono le magagne di una gestione forse
fin troppo irresponsabile del Paese. Debiti esteri stellari, situazione
economica disastrosa, vuoto politico difficilmente colmabile: gli
ingredienti esplosivi che detonarono la polveriera balcanica.
Mettiamo in chiaro qualche nome importante, prima di cominciare.
In Serbia c'era il tristemente noto Milosevic, i serbi sono cristiano-ortodossi e tradizionalmente filorussi.
In Croazia c'era il
nazionalista Tudjman, e i croati sono cattolici e di norma, almeno
adesso, parecchio nazionalisti. La scacchiera bianco-rossa che ostentano
è in realtà un simbolo Ustascia (letteralmente “gli alzati”, i nazisti
croati), e , come se non bastasse, a Zagabria si erano convinti che Dio
è un loro connazionale (ma vaff...!...non era palestinese?).
Ma veniamo al bello.
In Bosnia Erzegovina c'era
Izetbegovic, presidente (musulmano) della repubblica di Bosnia. In
Bosnia, appunto, c'era e c'è di tutto: bosgnacchi musulmani, croati
cattolici e serbi ortodossi.
Fin d'ora, si intuiscono già i
motivi che hanno portato questo quadrato di terra ad essere il campo di
battaglia preferito, la vera vittima sacrificale dell'inferno balcanico.
Ora, veniamo alle azioni di gioco.
Dopo anni di crisi economica, che cosa pensiate che possa succedere in un Paese misto come quello della Jugo post Tito?
Quello che probabilmente
succederebbe se l'Italia attraversasse una crisi economica tale da
gettare in scompiglio il Paese intero, credo. Che cosa?
Che i padani lavoratori
chiederebbero a gran voce la secessione , non credete? E figuriamoci gli
alto-atesini...! ...Se si deve tirare la cinghia, non c'è più nessuno
che vuole lavorare per sfamare il vicino, né la macchina burocratica
dello Stato. Sbaglio?
E in Jugoslavia è successo
esattamente questo: le repubbliche ricche e produttive del Nord hanno
dichiarato l'indipendenza dalla Jugoslavia, a cominciare dalla
neoeuropea Slovenia.
Ah perdinci!
E cosa dovrebbe fare uno Stato centrale per evitare lo smembramento del suo territorio?
Manda l'esercito contro i cospiratori, mi pare ovvio.
La Macelleria fa affari d'oro
Questo è l'inizio della guerra. 1991.
In slovenia parte un conflitto
che causa poche decine di morti,dopodichè la Jugoslavia accetta lo
status quo di una repbblica secessionista protetta dal veloce
riconoscimento di molti giganti europei.
Il virus indipendentista è in circolo in jugoslavia, e il morbo si diffonde subito in Croazia.
Ma chi è alla guida dei carri armati dell'Jna, l'esercito nazionale jugoslavo?
E' il serbo Slobodan Milosevic,
da Belgrado, che in quel momento ha la presidenza dell'intera
jugoslavia e quindi anche dell'esercito, tradizionalmente da sempre in
mano ai serbi.
Ora prima di proseguire, ci
sarebbe molto da dire sulla storia e sulla geografia di questi posti, ma
non è questa la sede. Ci sarebbe da spiegare che cosa sono le krajine,
che cos'è Kosovo Polje, parlare dei primi incidenti e via dicendo. Sono
tutte cose che non ho il tempo di raccontarvi, ma che vi farebbero
capire come mai qui tutto è collegato da un filo invisibile, e perchè
alzare un dito su un serbo in kosovo potrebbe significare fare una
guerra in Bosnia e Croazia.
Qui sono tutti diversi ma sono
tutti mischiati, come se ognuno si portasse dietro un filo collegato con
la sua città d'origine e si muovesse a zonzo per i balcani
ingarbugliando sempre di più un gomitolo di esseri umani, che si sposta e
si divincola in una matassa fibrosa che si insaguinerà presto.
Ma eravamo al punto in cui il
cancro indipendentista si allarga e coinvolge la Croazia spingendola a
dichiararsi anch'essa indipendente... e allora no! fare finta di nulla
per la povera Jugoslavia, orfana delle locomotive economiche, ormai non è
più possibile!
In Croazia, poi, ci vivono
anche i serbi, perchè qui, a causa della Storia, le persone nei secoli
hanno viaggiato e si sono trasferite, e questo, insieme alla
cospirazione secessionista, rappresenta per Milosevic tutte le premesse,
ma soprattutto i “pretesti” per far scoppiare davvero la guerra civile.
Io, a questo punto ho un
sussulto legato a un ricordo personale. Mi ricordo di mia nonna , che ha
visto tutte e due le guerre mondiali, e che raccontava che la guerra è
una brutta cosa....ma che non esiste nulla di peggio di una guerra
civile. Ora - devo dire- da qui, lo comprendo meglio, e le do ragione.
Scoppia dunque ufficialmente la
guerra “civile”, perchè se i serbi hanno l'JNA, la Croazia è ricca, ed
un vero esercito lo aveva già preparato in previsione di questo momento.
Ho usato una parola, poco fa, intenzionalmente, perchè molto significativa: “pretesto”.
Quella che sto ripercorrendo e
che sembra svolgersi sottesa dalle mie parole sembra assumere i toni di
una guerra indipendentista fondamentalmente voluta dalla popolazione, e
in qualche modo resa necessaria dalle spinte separatiste di popoli ed
etnie fondamentalmente ostili fra loro.
No, non è così, chiariamo questo punto.
Qui non parliamo di moti
risorgimentali, qui stiamo parlando di manovre politiche, che sono
passate quasi sempre sopra la testa della gente, che in 45 anni di
convivenza si era felicemente creata inconsapevolmente un girotondo di
amicizie interetniche e tantissimi matrimoni misti, che sono stati
spezzati via dalla guerra . Qui stiamo parlando di un imbroglio dato a
tutti i figli della jugoslavia di Tito, bagnato del loro stesso sangue
che alimentava la macchina bellica, arricchendo coloro che decidevano il
destino delle ex repubbliche federate di Jugoslavia.
Certo, in molti, in troppi
irresponsabilmente si sono sentiti chiamati alle armi, alzando le mani
sui propri fratelli. Non si giustificano certi errori, non facciamo
finta che nessuno di loro sapesse cosa stava accadendo e cosa stava
facendo.
Qui si sono inventati una parola , la “Titonostalgia” per piangere ciò che avevano prima della guerra.
Pensate alla loro lingua.
Qui, dicono , parlano tutti
lingue diverse, per poche parole differenti tra serbi, croati e
musulmani, per qualche arcaichismo inserito ad arte appositamente in
chiave nazionalistica per creare le differenze tra gli uni e gli altri.
Non sono processi storici
naturali, è questo che voglio dire. Ciò che poteva succedere nei secoli,
qui sta succedendo nel giro di pochi anni, perchè hanno drogato i loro
popoli, perchè hanno fatto in modo di fare sembrare “naturale” il
delirio dovuto a ciò che invece è stato iniettato “artificialmente”.
La battaglia tra due giganti
come Croazia e Serbia, tra due cannibali come Milosevic e Tudjman ,
aveva lo scopo nemmeno tanto nascosto, di allargare la guerra, la più
sporca possibile, in Bosnia.
Tutto è stato manovrato dall'alto, e i poveri figli di Tito, ci sono cascati con tutte le scarpe.
Gli incontri , segreti e non,
che ci sono stati tra il presidente serbo e quello croato, nascondevano
oltre ad un piano di spartizione della Bosnia, incastrata fra i due
colossi , la volontà di espansione del conflitto per l'allargamento dei
danarosi traffici di guerra. La Jugoslavia non esisteva più, c'era
rimasto solo da far razzia.
In quest'ottica hanno lasciato
partire, sotto l'occhio impassibile dell'Europa e dell'ONU -disgregati e
debolissimi- un climax di violenze che ha portato la Bosnia in
particolare ad essere la Terra di nessuno, una zona del mondo in cui
vigeva l'anarchia, o meglio, la legge della giungla, dove le bande
armate depredavano questo o quell'altro villaggio, quasi ad assomigliare
all'immaginario mondo postatomico di un Ken Shiro slavo.
Erano gli anni 90, all'orizzonte della Riviera Adriatica.
Insomma, nel bailamme della guerra serbo-croata, alla luce della disgregazione de facto
della jugoslavia, Izetbegovic, spinto dalla comunità internazionale, il
9 gennaio del 1992 dichiara l'indipendenza della Bosnia e allora -come
vi ho già anticipato- cominciano veramente i casini da queste parti.
Abbiamo detto che la Bosnia era un mix di culture e popoli, una caipiroska etnica.
Ora, provate voi a separare dalla Caipiroska il succo di limone dalla vodka e dalla fragola.
Qui in Bosnia, Milosevic ha
lasciato questo compito difficile ai suoi uomini, ordinando alle loro
truppe di occupare militarmente la Bosnia e, in particolare, ha lasciato
il mandato a due criminali d guerra tuttora liberi e tristemente
famosi: Karadzic e Mladic.
1992. In seno alla Bosnia
avanza l'esercito del generale Mladic e viene creata la Repubblica
Srpska (serba) di Bosnia al cui capo viene nominato Karadzic. Allo
stesso tempo i cattolicissimi croati bosniaci si industriano per creare
nella bosnia controllata dai carri armati croati, la Repubblica di
Herceg-Bosna di Mate Boban, leader dei croati bosniaci. I musulmani,
schiacciati tra i due, sarannno le maggiori vittime di questo Risiko
criminale.
Insomma , quello che è successo
da queste parti è stato disgregare ciò che era integrato, attraverso la
violenza delle bande armate, attraverso l'istituzione della “pulizia
etnica” in un posto in cui gli “etnicamente puri” sono in proporzione ai
milanesi autentici a Milano, per intenderci.
E Milano, inutile dirlo, è piena di terroni (con rispetto parlando).
Insomma in Bosnia , le armi
circolano per il piacere dei trafficanti e degli uomini potenti,
chiunque abbia degli amici che preferiscono razziare piuttosto che fare
da bersaglio si può creare un bella compagnia paramilitare e fare un
bel po di affari, stupri e tutte le altre peggio schifezze umanamente
immaginabili.
La guerra , del resto, oltre a
sfogare istinti bestiali, ti può far fare il salto sociale che da
semplice operaio o impiegato in tempo di pace non avresti mai potuto
fare... E così, il salto dalla normalità alla pazzia è si è realizzato
nella testa delle persone, dall'oggi al domani, in così breve tempo, e
non certo per cause naturali. Sono state le condizioni imposte da chi ci
guadagnava che hanno esatto un'alterazione genetica dei figli di Tito,
che da Jugoslavi si sono trasformati in “lupi” croati, “tigri” e
“aquile” serbe, “berretti” musulmani .... insomma , di tutto ma NON
uomini.
E se non erano più uomini
potevano dunque non comportarsi più come tali, rinchiudere la coscienza
dentro una scatola e seppellirla, per tutto il tempo della guerra e
aprire campi di concentramento dove torturare, fosse comuni dove
seppellire i morti, ma anche i vivi che non hanno più le forze e le
gambe per scappare.
Poi, dopo soltanto quattro anni
di inferno sulla terra, Mr. President Clinton e l'amministrazione
americana hanno pensato di intervenire promuovendo gli accordi di Dayton
che hanno sancito la vittoria di Milosevic e Tudjman: la spartizione di
fatto della Bosnia era avvenuta.
I lupi, le tigri, i berretti e
tutti i pazzi di questa guerra, potevano finalmente disseppellire quella
scatola e tornare ad indossare una coscienza, tornare ad essere degli
uomini normali, operai, impiegati, disoccupati, politici.
La Bosnia oggi è figlia di questa storia, un aborto di uno Stato vero.
La Bosnia oggi, per chi non lo
sa, è separata a metà, da un lato i serbi di Bosnia, dall'altro una
federazione delle due componenti, croata e musulmana.
Il cocktail è stato separato nei suoi ingredienti fondamentali: il miracolo della termodinamica umana è riuscito. Ci sono voluti circa centomila
morti, quattro milioni di traumatizzati, un milione di ordigni tuttora
inesplosi sul territorio e un numero indefinito di armi ancora in
circolazione.
Guerra e Pace.
E anche tutte le sfumature nel mezzo....
Questa storia non la possono
dimenticare qui, e le conseguenze , in termini di disgregazione sociale ,
sono ben evidenti qui a Mostar, nel cuore dell'Erzegovina, dove vivo.
Qui tre eserciti si sono
scontrati casa contro casa, balcone contro balcone, e pure cesso contro
cesso, incuranti del fatto che prima o poi avrebbero dovuto tornare a
vivere insieme.
Il ponte, recentemente, è stato ricostruito, i cittadini no.
Ma perchè, ora che sono passati
15 anni dall'inizio della guerre di disgregazione della ex jugoslavia,
ho detto che ancora non è finita?
Forse, solo perchè gli accordi
di Dayton non hanno sancito nessuna fine, ma solo le premesse per un
nuovo inizio. Dividere la Bosnia in due, anzi tre!, entità nemiche,
Repubblica Srpska e Federazione Croato- Musulmana, che si minacciano
tuttora,e che sono ben lontane dal volersi mischiare come aveva saputo
imporre Tito, equivale in effetti a chiudere lo sfiatatoio di una
pentola a pressione e alzare al massimo la fiamma sotto al fornello.
I serbi di Bosnia sono
secessionisti e richiamano la grande madre Serbia, i croati di Bosnia
parlano di “diaspora”, i musulmani, come al solito, stanno in mezzo, e
qualcuno giura di aver già visto qualche mujhaiddin a pregare tra le
mura delle moschee... anche se qui, in tanti, troppi, hanno le
traveggole.
In Bosnia gli studenti
studiano, a seconda della appartenenza, tre storie differenti, tutte
ugualmente faziose e tutte mirate a divergere le etnie che però sono
costrette a convivere fisicamente. I cittadini hanno diversi diritti a
seconda che siano croati, musulmani o serbi.
Recentemente in Bosnia, dopo
quello che hanno già passato e che stanno ancora passando, sono
incomprensibilmente tornati a parlare di guerra, come se questa fosse
una soluzione.
Qui , insomma, si impara che la pace non è affatto l'assenza di guerra.
Ovunque in Jugoslavia, ormai,
si respira nazionalismo e intransigenza. Il machismo balcanico premia
l'uomo forte e conservatore, e la politica rimane in mano agli avvoltoi
della guerra.
Ma non si finisce mai?
(Ke Kosovo vuoi ?)
La risposta a questa domanda è semplice e diretta. No.
Avremo forse modo di parlare
più avanti di Kosovo, di perchè centra con tutto questo, di UCK, di
guerriglieri e droga, e magari spiegheremo anche perchè l'indipendenza
(soltanto due milioni tra pastori e trafficanti) che dovrebbe arrivare a
momenti -forse ne avrete letto qualche riga sui giornali-, rischia di
innnescare nuovamente la bomba della ex Jugoslavia e in Bosnia in
particolare.
La deriva dei continenti si
realizza in piccolo, e non solo nella Ex Jugo, ma anche all'interno
della stessa Madre Serbia. La provincia autonoma chiede, dopo i
conflitti del 98, dopo gli accordi di Rambouillet e tutte le promesse
americane, di diventare uno Stato autonomo, e ha già preparato inno e
bandiera. Solo quello però, visto che se dal Kosovo se ne parte l'ONU ,
quelli non hanno più un quattrino, ma tant'è..... hanno pur sempre una
buona scorta di droghe, per distrarsi.
Il Kosovo, la provincia della
Serbia meridionale popolata al 90% da musulmani di etnia albanese, se ne
va, e i serbi di Bosnia si stringono alla Madre.
I mesi presenti e passati, da
queste parti, sono stati tutti un girotondo di interventi al vetriolo,
di ricatti politici, di elezioni fin troppo tese.
La Serbia deve scegliere se
accettare l'indipendenza kosovara sponsorizzata dagli americani e
iniziare il cammino per entrare in Europa, scontentando i nostalgici,
oppure se migrare in Russia dal vecchio Vlad ( intendevo Putin, scusate
il berlusconismo) che sostiene l'unità della Serbia.
Le imminenti elezioni per la
presidenza serba, comunque vadano, testimoniano il rifiuto intransigente
dei serbi a subire condizionamenti esterni su questi temi. Nel
contempo, le conseguenze di questa vicenda daranno sicuramente una buona
opportunità alle tre entità bosniache di litigare, chiedere secessioni e
annessioni alle rispettive Mamma Serbia e Mamma Croazia.
Mi vien da pensare solo “povera Bosnia”.
Ma voi lo immaginate uno Stato
in cui i vari concittadini hanno diritti diversi a seconda di una
pseudonazionalità presunta ? Ve lo immaginate un Paese in cui gli
abitanti votano alle elezioni per una nazione diversa? Ve la immaginate
uno Stato in cui la popolazione aspetta con ansia la disgregazione del
proprio territorio? Ve lo immaginate?
No? Suvvia vi aiuto io: Provate a pensare a un colore : il blu. Poi pensate alle stelle, gialle.
Lo sfondo è blu e le stelle sono gialle, e tutto intorno c'è una bandiera.
Slobodna interpretacjia
(libera interpretazione)
Quello che deve risaltare in tutta questa trama complicata è la bugia che stava dietro a questa guerra.
Questo conflitto è nato come
conflitto separatista, eppure la realtà delle cose era ben diversa. Che
sia chiaro che in ex Jugoslavia non c'è modo di tirare troppo da una
parte senza che le conseguenze non si ripercuotano anche nel punto
diametralmente opposto, come una matassa di spaghetti scotti. Che sia
chiaro che tutto questo pasticcio per separare ciò che prima era
diverso, ma unito!, ha intrecciato ancor di più i destini dei popoli
degli slavi del Sud che ormai sono sugellati per sempre dal sangue
rappreso in una sola “questione balcanica”.
Questa separazione ha dato
ragione ancora una volta, seppur in maniera drammatica al compagno Tito:
sei Repubbliche, cinque popoli, quattro lingue, tre religioni, 2
alfabeti e 1 solo Tito, ovvero una sola Jugoslavia. Insomma, come a dire
che non si può mai smettere di essere fratelli.
Nemmeno a costo di ammazzarli tutti.
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